PENTHOUSE CON PATIO Milano 2006

All’inizio la casa non esisteva.

C’era un progetto per un attico, costruito da una società immobiliare aggiungendo un piano su un edificio esistente nel centro di Milano. Secondo le carte la casa sarebbe stata divisa su due superfici: dimora al piano inferiore e grande terrazzo sovrastante al 10°piano, senza alcuna relazione tra le due parti.

La cliente, amante dell’arte e dei giardini, viveva precedentemente in una casa che si affacciava su un magnifico terrazzo e avrebbe sofferto della nuova situazione.

Da qui nasce la nostra nuova partenza, con un ripensamento totale volto a trovare un nucleo che diventasse la forza generatrice del nuovo progetto: un elemento che riproporzionasse il volume interno e che lo collegasse visivamente e funzionalmente con lo spazio superiore creando una simbiosi, una complementarità tra le due zone rendendole un’entità unica.

Così è nata l’idea di un patio vetrato nel cuore della casa, generato trasformando un volume opaco (una camera) in uno trasparente, anticipando al piano inferiore il piacere dell’uscita sul terrazzo, questo però più intimo e protetto di quello al 10° piano.

copyright 8&A architetti
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Si verifica così una dilatazione spaziale, una tensione verso l’alto, la casa si arricchisce di percorsi visivi a 360°, ulteriormente accelerati da una rotazione di 17° in pianta di alcune pareti intorno al nucleo centrale: così vi è il living inserito tra due spazi trasparenti e aperti ex novo (il patio ed un altro terrazzo angolare al piano), che disimpegnano/isolano altri spazi dando loro ulteriore respiro e profondità.

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La rotazione degli assi combinata con la pendenza del tetto genera superfici verticali con lati sempre disuguali: tutto è apparentemente casuale, irregolarmente naturale, invece è tutto tagliato su misura e disegnato nei minimi particolari.

Il progetto degli arredi è nato con il disegno della pianta: essenziale, bianco, realizzato perché fosse organico agli ambienti.

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Alcuni pezzi recenti sono anche stati scelti dal mercato, come il tavolo di Pallucco-Rivier (per la sua innovazione tipologica), e altri, come lo scrittoio di Albini per Knoll, che hanno aggiunto il sapore del tempo.

Intorno la collezione d’arte, specchio di una committenza attenta e sofisticata.

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Foto Stefano Campo Antico   www.stefanocampoantico.it

Collaboratori: Michele Natale e Samuele Bianchi

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Prima / Dopo

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