LOFT PER UN FOTOGRAFO Milano 2005

Quasi un cubo, un quadrato di 10 x10 metri in pianta e più di 9 metri in altezza, con una copertura di vetro a shed, questo loft è una porzione di un grande intervento: il recupero della Fabbrica Cavi Pirelli, disegnata da Giò Ponti negli anni ’50, dismessa da anni e poi frazionata e venduta in lotti a formare una cittadella di loft per professionisti e creativi al sud di Milano.

All’inizio vi era solo il guscio esterno, uno spazio totalmente vuoto con pochi elementi forti come le grandi travi di cemento armato e la cascata di luce dall’alto a testimonianza della vita precedente.

Il cliente, fotografo, voleva creare uno spazio flessibile, aperto e neutro, da cedere come location per servizi fotografici e produzioni cinematografiche.

Nel livello interrato abbiamo progettato uno scavo per ricavare ulteriore spazio da destinare a deposito con luce naturale proveniente da una lastra di vetro semiriflettente inserito a filo del pavimento del piano terra.

copyright 8&A architetti
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Al piano terra abbiamo previsto un pavimento di cemento gettato, per resistere ai grandi carichi e colorato con ossido nero (colore chiesto dal cliente) durante la levigatura per resistere meglio all’usura .

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Sotto il pavimento abbiamo previsto un riscaldamento a pannelli di ultima generazione, con acqua a bassa temperatura, combinato con caldaia a condensazione funzionante a “cascata” per risparmiare gas, per evitare la dispersione del calore dovuta all’altezza dello spazio e alla copertura vetrata, e per liberare i muri dai caloriferi.

Al primo piano grazie ad  una deviazione arbitraria di 15° degli assi della pianta, i volumi e le superfici sfuggono all’ortogonalità creando un effetto più dinamico;

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qui parte del pavimento è stato realizzato in lamiera di ferro trattata con acidi per ottenere un effetto cromatico di ruggine e sono stati eseguiti dei fori per inserirvi lastre di vetro bronzato che lasciano penetrare la luce naturale al piano di sotto e ne scaldano il tono.

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Foto Sandro Sciacca

Collaboratori: Samuele Bianchi

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